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WooCommerce – La guida completa

WooCommerce – La guida completa

All, Ecommerce, Webdesign, woocommerce, Wordpress

Personalizzare WooCommerce: tutto quello che devi sapere per il tuo e-commerce

WooCommerce è il plugin di WordPress che consente di trasformare qualsiasi sito vetrina in un vero e proprio portale di e-commerce professionale. Lanciato per prima volta nel settembre del 2011, il plugin è diventato famoso nel giro di pochissimo tempo, grazie alla sua facilità d’uso e completezza di funzionalità.

WooCommerce nasce come progetto fork di Jigoshop ed è stato creato da Mike Jolley and Jay Koster, sviluppatori di Jigowatt. Nel agosto del 2014, a soli tre anni dal lancio, poteva contare già su oltre 380 mila siti, il 17.7% di e-commerce online. Da poco tempo WooThemes e WooCommerce sono stati acquistati da Automatic, azienda contributor nello sviluppo di WordPress.

In questo blog sono stati dedicati diversi articoli a WooCommerce, per neoifiti e utenti avanzati. In questo post abbiamo scelto di raccogliere le tematiche principali e di indicarvi i link ai vari articoli, al fine di aiutarvi a personalizzare al meglio il vostro portale di e-commerce creato con WooCommerce.

Personalizza WooCommerce: ecco come

Requisiti di WooCommerce. Il primo articolo che potrebbe di certo interessarti riguarda la presentazione di WooCommerce. Se vuoi sapere di più su questo plugin per comprendere se effettivamente possa soddisfare le tue esigenze, non ti resta che leggere questo post di approfondimento.

Troverai delle informazioni utili riguardo i requisiti minimi che un server deve rispettare per poter ospitare il plugin.

Installazione di WooCommerce. Se vuoi testare WooCommerce e non sai da dove iniziare segui questo articolo. Ti spiegherà passo dopo passo tutta la procedura di installazione, proponendoti due differenti metodi, uno automatico da pannello di controllo e uno manuale tramite FTP, a seconda del tuo grado di preparazione.

Personalizzazione del negozio-online. Dopo aver installato il plugin è necessario personalizzarlo e configurarlo secondo le proprie esigenze. In questo articolo viene spiegato come impostare le opzioni generali del negozio online (nazione, località, opzioni valuta e così via) e come impostare la visualizzazione dei prodotti nelle pagine del tuo sito (visualizzazione pagina, immagini prodotto, e così via).

Personalizzazione delle Categorie e degli Attributi. Ogni negozio online che si rispetti è caratterizzato da differenti Categorie, la cui funzione è quella di raggruppare prodotti correlati. In questo articolo ti viene spiegato passo dopo passo come creare e personalizzare nuove categorie. Inoltre, viene illustrato come generare degli attributi personalizzati per prodotti particolati.

Prima di procedere con l’inserimento di qualsiasi prodotto è importante creare e gestire questi due elementi.

Novità e personalizzazione, sono fondamentali

Inserimento e gestione dei prodotti. Dopo aver creato le Categorie e gli attributi si è pronti per l’inserimento dei prodotti all’interno del portale WooCommerce. Questo articolo ti spiega la procedura di inserimento, focalizzando l’attenzione sugli elementi principali che è necessario compilare affinchè i prodotti vengono correttamente inseriti e visualizzati online.

Personalizzazione dei metodi di spedizione. In questo articolo ti viene mostrato come attivare i personalizzare secondo le proprie esigenze i metodi di spedizione disponibili in WooCommerce. È possibile distinguere tra le spedizioni nazionali e quelle internazionali e settare anche le spedizioni gratuite.

Personalizzazione dei metodi di pagamento. I metodi di pagamento rappresentano sempre un argomento delicato per tutti i portali di e-commerce. WooCommerce mette a disposizione di default alcuni tra i metodi principali, che è possibile configurare direttamente dal pannello di controllo.

In questo articolo trovi la guida passo passo per la configurazione dei principali metodi quali: bonifico bancario, pagamento con assegno, contrassegno e PayPal. Nella prima parte del post ti verrà illustrato inoltre come configurare le imposte secondo le tue esigenze commerciali.

Gestione e consigli finali

Gestione degli ordini. In questo post troverai informazioni utili riguardo la gestione degli ordini. Ti verrà spiegato passo dopo passo come gestire un nuovo ordine a seguito di un acquisto e come aggiornare il suo stato.

Creazione plugin personalizzati. WooCommerce può essere personalizzato in ogni sua funzione per soddisfare le esigenze di ogni utente. In quest’articolo troverai delle informazioni utili che ti permettono di costruire un plugin per l’implementazione di funzioni personalizzate.

I trucchi per vendere online. In quest’ultimo articolo che voglio proporti potrai trovare degli ottimi consigli e trucchi che ti potrebbero essere molto utili prima di intraprendere una qualsiasi attività di vendita online.

Ti aiuterà a schiarirti le idee sul da farsi e su quali elementi concentrare la propria attenzione con un e-commerce di successo.

A questo punto hai tutte le informazioni necessarie a portata di clic per il dare il via alla tua attività di e-commerce. Non ti resta che cimentarti in questa nuova avventura con WooCommerce. Buona fortuna!

Tutorial WordPress Avada – Tema più venduto al mondo

Tutorial WordPress Avada – Tema più venduto al mondo

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Tema Avada per WordPress recensione

Le principali caratteristiche del tema WordPress Avada. Iniziamo con la recensione del tema Avada per WordPress.

Che tipo di tema è Avada?

Avada è il tema WordPress in assoluto più venduto su Themeforest.

Avada è della tipologia multipurpose: cioè, ha moltissime opzioni e si presta per la creazione di diverse tipologie di sito, dai blog, ai siti e-commerce, a quelli multilingua.

Avada ha un design fresco e moderno, semplice e luminoso. Può essere personalizzato con un numero infinito di colori e con una vasta scelta di font.

É inoltre compatibile con la maggior parte dei plugin, tra cui: WPML (per creare siti multilingua), BuddyPress e bbPress (per implementare funzionalità social e forum),WooCommerce (per creare siti ecommerce), Gravity Forms (per aggiungere form e moduli personalizzati) ed Easy Digital Downloads (per gestire il download di file digitali), oltre a moltissimi altri.

Pacchetto di installazione di Avada

Quando acquisti il tema WordPress Avada, scaricherai una cartella .zip contenente al suo interno altre cartelle.

Per trovare la cartella da caricare sul tuo sito WordPress, segui questo percorso: Avada_Full_Package > Avada Theme> Avada.zip. Trascina la cartella Avada.zip sul tuo desktop. Questa è la cartella che dovrai caricare su WordPress.

Le altre cartelle all’interno del pacchetto .zip contengono file extra, come ladocumentazione dei plugin inclusi nel tema (ne parleremo in una delle prossime sezioni) ed i file per tradurre il sito.

Configurazione di Avada

Installato ed attivato Avada, è arrivato il momento di configurare il tuo sito.

Se non vuoi partire da zero, puoi navigare in Aspetto > Theme Options e, nella sezione General, cliccare Import Demo Content. Questo ti permetterà di configurare il tuo sito esattamente come la Demo. Potrai poi personalizzarla a tuo piacimento.

Plugin inclusi e raccomandati per il tema Avada

Quando installi ed attivi Avada, vedrai questo messaggio di notifica:

tema avada plugin consigliati

Semplicemente, questo messaggio avvisa che i plugin premium indicati sono inclusi nel pacchetto di installazioni e puoi attivarli sul tuo sito.

Gli strumenti indicati come “required” sono necessari per il corretto funzionamento del tema. Quelli “recommended” sono invece consigliati ma non essenziali.

Per installarli, clicca su Begin installing plugins. Sotto al nome di ciascun plugin, clicca Install plugin.

tema avada installazione plugin consigliati

LayersSlider WPRevolution Slider sono due strumenti premium per creare slider con animazioni che potrai attivare opzionalmente.

Fusion Core è invece essenziale, in quanto è il plugin che serve per attivare funzionalità per la creazione guidata di pagine e post. Vediamo come funziona nella prossima sezione.

Utilizzo di Avada con Fusion Core

Installato ed attivato il plugin Fusion Core, vedrai che, quando apri la schermata per la creazione di una nuova pagina o post, appare il bottone Fusion Page Builder. Cliccaci sopra per attivare la creazione guidata della pagina.

bottone fusion page builder recensione tema avada wordpress

Qui vedrai quattro sezioni:

Column Options: qui puoi aggiungere alla tua pagina colonne di diverse larghezza (la larghezza massima è 6/6 – full width. Quella minima è invece 1/6). Aggiunte le colonne puoi disporle a tuo piacimento trascinandole sulla pagina.

fusion builder columns options recensione tema avada wordpress

Builder Elements: una volta configurata la struttura di base della pagina, inizia ad aggiungere i vari elementi cliccando su “Builder Elements”. Come vedi nell’immagine qui sotto, ce ne sono moltissimi. Quello per aggiungere blocchi di testo è chiamato “Text Block”, Puoi vedere un’anteprima di questi elementi selezionandoli all’interno della voce “Shortcode” sul demo del tema.

fusion builder elements recensione tema vada wordpress

Custom Templates: se prevedi di usare il modello di pagina che hai creato diverse volte, ti consiglio di salvarlo. Quando sei soddisfatto di come hai disposto colonne ed elementi, clicca su Custom Templates > Save Layout As Template. Ora apparirà nella sezione Load Template. Quando lo vuoi riutilizzare, semplicemente, cliccaci sopra. Dovrai quindi solo cambiare  il contenuto dei vari elementi.

fusion builder custom templates tema avada wordpress

Pre-built Templates: infine, in Pre-built Templates troverai dei modelli già configurati per diverse tipologie di pagine. Puoi vedere anche questi in anteprima sulla demo del tema Avada.

Se preferisci non usare il Fusion Builder, puoi tornare in qualunque momento al classico editore visuale / di testo WordPress, cliccando su Default Editor.

Fonte:  creareblogsitiwp

Prestashop e Hosting – Cosa sapere

Prestashop e Hosting – Cosa sapere

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Il miglior hosting per Prestashop

Diciamo subito che NON ESISTE il “miglior” hosting per Prestashop, perchè Prestashop non è una piattaforma che richiede particolari caratteristiche: in genere qualsiasi hosting professionale va bene per Prestashop (l’importante è che abbia php e MySql, che però ci sono praticamente su qualsiasi hosting Linux).

Però fate molta attenzione, perchè online invece è pieno di hosting non professionali a basso costo: ecco, questi NON vanno bene per Prestashop.

Infatti Prestashop richiede molte risorse al server (come del resto Magento, o altre piattaforme per fare ecommerce), e questo fa sì che i più comuni servizi di hosting non professionali non siano in grado di garantire a Prestashop prestazioni all’altezza della piattaforma (anzi, spesso causano qualche bel problema…). Posso anche farvi qualche nome: ad esempio Aruba e Register NON sono hosting professionali, mentre invece OVH e Serverplan lo sono (io personalmente uso sempre Serverplan).

Come si fa a riconoscere un hosting professionale? Beh, non è facile, e diciamo che il miglior modo è chiedere a qualcuno che di queste cose ne intende. Ma solitamente gli hosting professionali sono quelli che offrono spazio limitato sul web (a differenza invece ad esempio di Aruba che offre spazio illimitato). Infatti un hosting professionale è a tutti gli effetti uno spazio “in affitto” su un server professionale, e quindi è più che ovvio che abbia un limite di spazio.

Tuttavia esiste anche un’alternativa per spendere poco: Prestashop in Cloud. E’ un servizio gratuito messo a disposizione direttamente da Prestashop, che vi mette a disposizione un hosting gratuito per il vostro sito con Prestashop (ovviamente il server è ottimizzato…).

La soluzione nel dettaglio

Questa soluzione ha l’ovvio vantaggio di essere perfettamente funzionante (visto che è un hosting offerto da Prestashop stessa), oltre ad essere gratuita, ma ha un difetto: l’hosting messo a disposizione da Prestashop non ha prestazioni elevate. Ovvero va bene per chi vuole iniziare spendendo poco, per chi ha un catalogo con relativamente pochi prodotti, per chi ha un sito che non ha molte visite… Insomma per tutti coloro che non hanno bisogno di un super-server (in questi casi infatti è meglio un VPS, ovvero un server virtuale dedicato, ma siamo su livelli di spesa enormemente superiori a quelli di un normale hosting).

Una cosa molto importante – File Manager

A dire il vero ha anche un altro limite (che però non è un difetto): non consente l’accesso diretto al codice della piattaforma ed al database. Quindi non consente ad esempio di personalizzare moduli o di modificare il codice (o il database). Insomma per i più tecnici: niente FTP e niente phpMyAdmin…
Quindi la soluzione in Cloud ha l’enorme vantaggio di essere gratuita, ed avere un hosting ottimizzato per Prestashop, ma NON va bene per chi deve fare siti complessi, con funzionalità che richiedono intervento diretto su codice o database, o per siti molto grossi o molto visitati.

Pertanto per siti di dimensioni medio/grandi, per siti che necessitano di buone prestazioni, o per siti che vanno personalizzati l’hosting professionale è necessario. E se volete andare sul sicuro il mio consiglio è di appoggiarvi a Serverplan.
Anzi, per siti che hanno necessità di performance superiori anche il normale hosting condiviso non è consigliato: sarebbe meglio un VPS, ovvero un intero server virtuale privato (Virtual Private Server), perchè sui normali hosting condivisi ci sono centinaia di siti sullo stesso server (che quindi rallenta), mentre su un VPS ci sono solo i vostri siti (che, se fatti bene, non lo rallentano affatto). Un VPS costa molto più caro di un hosting condiviso, ma le performance sono enormemente superiori.

Se avete domande o dubbi… come al solito contattatemi!

Bootstrap – Strumenti liberi, seconda parte

Bootstrap – Strumenti liberi, seconda parte

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Se non l’avete già fatto, vi consiglio di leggere la prima parte della guida, qui!

Inseriamo il carousel

<div id=”carousel” class=”carousel slide” data-ride=”carousel”>
<!– indicatori –>
<ol class=”carousel-indicators”>
<li data-target=”#carousel” data-slide=”0″ class=”active”></li>
<li data-target=”#carousel” data-slide=”1″></li>
<li data-target=”#carousel” data-slide=”2″></li>
</ol>
<!–qui le slide–>
<div class=”carousel-inner”>
<div class=”item active”><img src=”http://placehold.it/1140×500/ff0000/000000″/> </div>
<div class=”item”><img src=”http://placehold.it/1140×500/0000ff/000000″/> </div>
<div class=”item”><img src=”http://placehold.it/1140×500/00ff00/000000″/> </div>
</div>
<!– i controlli –>
<a class=”left carousel-control” href=”#carousel” role=”button” data-slide=”prev”> <span class=”glyphicon glyphicon-chevron-left”></span></a>
<a class=”right carousel-control” href=”#carousel” role=”button” data-slide=”next”> <span class=”glyphicon glyphicon-chevron-right”></span></a>
</div>

Il secondo componente che inseriremo è il carousel responsivo proposto fra gli strumenti predefiniti di bootstrap. Il componente è semplice quanto duttile. Qui a fini didattici ci limiteremo a inserire un carousel minimale collegato a tre placeholder. Riportiamo di seguito carousel e il suo contenuto:

Il carousel è strutturato in tre parti: gli indicatori, le slide (item può contenere anche una didascalia) e i controlli (se li omettiamo avremo uno slider automatico). Usando la sintassi dichiarativa possiamo configurare il carousel semplicemente seguendo questo schema. Brevemente:

  • la classe “carousel” applica il componente
  • la classe “slide” conferisce l’animazione di scorrimento orizzontale (senza si passerebbe da una slide all’altra senza animazioni)
  • data-ride=”carousel” provvede all’animazione automatica di passaggio da una slide all’altra, in sua assenza si devono utilizzare i pulsanti

Possiamo avere un controllo fine del comportamento del carousel con i seguenti attributi “data-“:

  • data-interval: indica l’ammontare di tempo che intercorre fra una slide e l’altra (di default data-interval=5000)
  • data-pause: attiva o meno la pausa del carousel quando il puntatore passa sulle slide (data-pause=”hover”)
  • data-wrap: indica se il loop delle foto è o meno continuo o c’è una pausa al completamento delle slide (data-pause:true)
  • data-keyboard: attiva o meno il controllo del carousel da tastiera

 Il content e la griglia

Sotto al carousel inseriremo una griglia bootstrap su due righe per gestire una citazione e tre widget. Questo ci da modo di approfondire il funzionamento della griglia responsiva. La griglia è organizzata in righe (.row) e colonne (col-x-y). La griglia di bootstrap è di 12 colonne per 4 viste per cui esistono 12 classe per ciascuna vista. In questo modo grazie alle media query è possibile gestire l’ampiezza di ciascuna colonna in base alla dimensione della finestra. Quindi se in modalità large (lg) voglio ottenere una struttura a due colonne dovrò scrivere:

in questo caso quando passerò il breakpoint relativo alla vista medium dato che non ho utilizzato classi per le colonne della griglia corrispondente le due colonne verranno settate al 100% e al posto di due colonne avremo due righe. Per gestire dimensioni differenti per la vista medium (ad esempio una dimensione di 8/12 per la colonna sinistra e 4/12 er la destra aggiungerò le opportune colonne:

se invece voglio mantenere due colonne uguali sia in small, medium e large è sufficiente inserire le classi che regolamentano le colonna nella vista a risoluzione più bassa ovvero:

in questo caso otterremo due righe solamente nella vista extra small. Ora che abbiamo chiarito le basi del funzionamento della griglia concentriamoci su #content. Al suo interno inseriremo due riche così strutturate:

La prima riga contiene una sola cella a cui è attribuito un col-md-6 e un col-md-offset-3 questo significa che la colonna da 6 verrà centrata e il suo contenuto occuperà la metà dello spazio disponibile (in questo modo la citazione sarà disposta  su 2 righe in praticamente tutte le viste a parte la xs. Il comportamento sarà identico per la vista medium e large mentre nella vista small e extrasmall la cella andrà a 100% in assenza di regole definite.

La seconda riga contiene 3 widget costituiti da titolo (h3), immagine e testo. Qui il comportamento prevede 3 colone per la vista large e media (ottenuta utilizzando col-md-4) mentre per la vista small e extra small viene nascosta l’ultima colonna con hidden-xs e hidden-sm e settando 2 colonne usando col-xs-6 sulle celle rimanenti.

Nel dettaglio

In questa parte di codice sono state utilizzate inoltre alcune classi di supporto e alcune custom non facenti parte del framework (.voffsetX).I titoli h3 sono stati centrati con la classe di supporto text-center. Le immagini sono state rese responsive usando img-responsive mentre con img-thumnail abbiamo aggiunto i bordi bianchi arrotondati. Ogni widget ha un link di approfondimento, le classi che lo formattano sono:

  • btn e btn-default che gli conferiscono l’aspetto di un pulsante
  • pull-right che lo flottano a destra

Inseriamo il footer

Concludiamo la pagina inserendo un menù nel footer. In questo caso non sarà necessario usare la griglia:

 Il foglio di stile personalizzato

Benché si sia cercato di utilizzare esclusivamente quanto messo a disposizione del framework sono stati necessari alcuni stili che ho inserito in un file denominato style.css (da collegare subito dopo a quello di bootstrap)

Conclusione

La guida aveva l’obiettivo di fornire una panoramica generale dell’utilizzo di bootstrap attraverso la creazione di una homepage. E’ possibile scaricare lo zip dell’esercizio svolto da qui.

Bootstrap – Strumenti Liberi, prima parte

Bootstrap – Strumenti Liberi, prima parte

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Bootstrap 3 primi passi: realizziamo un layout responsivo

In questa breve guida realizzeremo un layout responsivo utilizzando il framework Bootstrap 3. Partiremo dalle basi per cui se avete sentito parlare di questo framework ma non sapete da dove iniziare questo è il posto giusto per voi!

Che cos’è Bootstrap?

Bootstrap è un framework sviluppato da Mark Otto e Jacob Thornton (aka @mdo and @fat) a Twitter con l’obiettivo di mettere a punto un set di strumenti che uniformasse l’interfaccia web del Social Network facilitandone la manutenzione.
Nel 2011 Twitter ha rilasciato Bootstrap sotto licenza open source, da allora questo framework è stato adottato da un numero crescente di sviluppatori ed al contempo ha raggiunto la release 3.3.2.

Per avere un’idea di quanto Bootstrap sia apprezzato è sufficiente vedere il progetto su gitHub: ha ottenuto oltre 77.600 stelle e oltre 29.800 fork al progetto principale.

Da dove inizio?

Quello che vogliamo ottenere è una homepage semplice ma con tutto quello che server:

  • un layout responsivo
  • un menù responsivo usando il modulo integrato
  • un carousel completo
  • ecc.

Qui un’anteprima del layout finito:

homepage responsiva con bootstrap

Per prima cosa creeremo una pagina alla quale collegheremo i file necessari per poter iniziare a costruire il nostro layout. Oltre a Bootstrap ci serviranno jQuery, html5shiv e respond, quindi scarichiamoli:

  • Bootstrap 3 può essere usato in diversi modi, ad esempio via CDN o utilizzando Bower o NPM. Noi ci accontenteremo di scaricare l’archivio con i file già compilati (prima colonna) lasciando la versione LESS e SASS a futuri tutorial
  • jQuery è necessario per poter utilizzare la parte javascript del framework  jQuery 1.11.2 e relativo file .map
  • html5shiv è un piccolo script che garantisce la retro compatibilità dei tag HTML5 con IE8 e precedenti. In alternativa se preferite potete utilizzare il più completo  modernizr
  • Respond garantisce il funzionamento delle media query anche su IE8 e precedenti 

Creiamo la pagina HTML di partenza

Decomprimete gli archivi scaricati e organizzateli in questo modo:

tutorial-bootstrap-filesystem

Create una nuova pagina web (denominata index.html) in HTML5 così strutturata (potete usare anche questo template di partenza è ottimo):

Questa pagina può essere un ottimo punto di partenza per tutti i vostri progetti con Bootstrap perchè garantisce un funzionamento ottimale del framework e una buona retro compatibilità con i vecchi browser di casa Microsoft.

Definiamo la struttura del layout

Una volta definita la pagina di partenza è giunto il momento di strutturare il layout definendo le aree principali come la testata, l’area dedicata al carousel ecc. Qui di seguito riportiamo il contenuto del body:

Il layout è suddiviso in quattro parti: la testata, il carousel, la sezione di contenuto che conterrà  3 widget organizzati tramite la griglia di bootstrap (che vedremo più avanti) e il footer.

Strutturiamo l’header

Per prima cosa concentriamoci sull’header all’interno del quale inseriamo il primo componente: il menù responsivo. Questo componente si adatta ottimamente allo spazio disponibile secondo i quattro breakpoint che bootstrap mette a disposizione  (large, medium, small e extra small) con le opportune media query. Assieme al componente inseriremo alla sinistra il logo (testuale), mentre a destra andrà posizionato il campo cerca. Riportiamo di seguito il contenuto di header:

Il tag nav delimita il menù (navbar e navbar-inverse conferiscono forma e colore) dopodiché possiamo individuare due aree distinte al suo interno: il div con classe “navbar-header” e il div con id “mainMenu”. Il primo contiene logo e pulsante per l’attivazione del menù verticale in modalità extra small mentre il secondo contiene la lista non ordinata e il campo di ricerca (ovvero gli elementi che dovranno essere inseriti nella tendina a scomparsa):

Il componente menù utilizza collapse.js il plugin di bootstrap incluso in bootstrap.min.js; il button “toggle navigation” è collegato al menù principale e lo fa funzionare grazie alla sintassi dichiarativa data-target=”#mainMenu” con la quale viene indicato la seconda sezione del menù.

Problema e Soluzione

PROBLEMA: il menù ha troppe voci per essere visualizzato su una sola riga nelle viste medium e small.

SOLUZIONE: la soluzione più elegante è modificare il comportamento del modulo e fare in modo che collassi già in modalità small o addirittura medium. Sconsiglio modificare direttamente il framework, l’approccio migliore e ricompilare le sorgenti LESS modificando @navbarCollapseWidth (purtroppo il wizard online non prevede la modifica diretta di tale variabile). Una soluzione alternativa è scrivere una media query che sovrascriva il comportamento di default; quello riportato ad esempio attiva il menù a tendina in modalità small:

Una seconda soluzione può essere nascondere alcune voci di menù in base alla risoluzione grazie alle responsive utilities che bootstrap ci mette a disposizione.

responsive-utilities

Cliccate qui per la seconda parte della guida!

Linguaggio html – Le basi di partenza

Linguaggio html – Le basi di partenza

All, html, Webdesign

HTML – Struttura tipo di base

htmlSi potrebbe decidere quali elementi (tags) adoperare a seconda di quello che abbiamo intenzione di fare. Questo linguaggio infatti non ha variabili da dichiarare, non esegue operazioni aritmetiche e non prende decisioni. Ha però delle regole da rispettare, la più importante è la struttura all’interno della quale vanno collocati tutti i singoli elementi (tags). Questa struttura dovrà essere sempre presente su ogni pagina che andremo a creare. Vediamo come e da cosa è composta la struttura tipo di base:

<!DOCTYPE HTML PUBLIC “-//W3C//DTD HTML 4.01 Transitional//EN”
“http://www.w3.org/TR/html4/loose.dtd”><html>
  <head>
<title>la mia prima pagina web</title>
  </head>  <body>
<p>Ecco la mia prima pagina in html destinata al web.</p>
  </body></html>

 

Di tutto il codice scritto sopra, noi vedremo soltanto ciò che è stato scritto nel corpo (body) del listato; quindi fra gli elementi <body> e </body>:

Ecco la mia prima pagina in html destinata al web.

Più nel dettaglio

Ogni pagina, indipendentemente dal suo contenuto, dovrà obbligatoriamente avere:

il tag di prologo <!doctype>
i due tags di definizione <html></html>
i due tags per la testata <head></head>,
un tag per il titolo <title></title>
ed i due tags per il corpo <body></body>,

Vediamo in dettaglio tutti questi elementi:

  • <!DOCTYPE HTML PUBLIC “-//W3C//DTD HTML 4.01 Transitional//EN” “http://www.w3.org/TR/html4/loose.dtd”>

Questa prima riga chiamata “prologo” è solitamente generata in modo automatico dall’editor (visuale o testuale che sia), ha il compito di informare il browser che si tratta di un documento html relativo a determinate specifiche dettate dal W3C, in questo caso versione 4.01 Transitional, è molto importante perchè predispone i vari browser ad una corretta interpretazione del codice che andrà a seguire.

  • <html>

Inizio codice html vero e proprio, tutto ciò che sarà posto all’interno di questo elemento e fino al relativo tag di chiusura sarà inteso come struttura di un documento in html

 

  • <head>

Testata o head del documento, in questa sezione trovano posto tutti quei tags che impartiscono direttive al browser o forniscono informazioni ai motori di ricerca, quali: titolo, Meta Tags o meta comandi, richiami ai fogli di stile, scripts, ed altro ancora. Tutto ciò che si trova all’interno della struttura head non viene visualizzato nella pagina ma interpretato dal browser o letto dalla rete, una zona destinata ad uso esclusivo dei soli comandi che impartiscono direttive ben specifiche.

  • </head>
  • <body>

Corpo o body del documento, è in questa sezione che lavoreremo maggiormente ed è proprio qui che andranno inseriti tutti i tags di html: immagini, suoni, filmati, testo, form, tabelle, links e quant’altro faccia parte di html.

  • </body>
  • </html>
  • Elementi – Tags

Chiusura dei vari elementi (tags), da non dimenticare mai, solo così potremo avere la certezza di una giusta e corretta interpretazione da parte di tutti i browser.

I tags possono essere scritti indifferentemente sia in minuscolo che in maiuscolo, xhtml considera un errore il maiuscolo per cui sarebbe meglio abituarsi fin da subito ad usare solo il minuscolo. Gli spazi vuoti lasciati fra un tag e l’altro e fra una parola e l’altra, così come i ritorni a capo generati dal tasto invio, saranno ignorati durante la visualizzazione.

 

Per altri linguaggio da conoscere quando si parla di web, vi consiglio questi due articoli:

  1. Linguaggio CSS #1
  2. Linguaggio CSS #2
Effetti Parallasse in jQuery – 10 Esempi

Effetti Parallasse in jQuery – 10 Esempi

All, html, Webdesign

Vuoi dare al tuo sito degli effetti parallasse in jQuery che colpiscano immediatamente l’attenzione dei tuoi visitatori? Oggi vedremo insieme come dare al tuo spazio web un impatto visivo più accattivante e professionale, attraverso questa scelta grafica.

Per chi non lo sapesse, il cosiddetto parallasse è una tecnica visuale che, attraverso il movimento di immagini a diverse velocità e prospettive su una pagina web, crea una illusione 3D.

Questo effetto certamente rende lo “scrolling” del sito un’esperienza maggiormente coinvolgente per il visitatore.

In questo articolo ti proponiamo una serie di interessanti esempi di siti che ne fanno utilizzo e che potrebbero ispirare il design del tuo blog.

10 esempi di effetti parallasse in jQuery

1.Cultural Solutions Uk

Effetti parallasse in jquery esempio

Cultural Solutions Uk è una importante agenzia che si occupa di comunicazione e strategie di marketing per grandi brand. Ha optato per una home che riflette, grazie all’effetto parallasse, il dinamismo e la capacità creativa sempre in azione del team di lavoro.

Il contenuto testuale si interfaccia bene con il movimento delle immagini, dando subito al visitatore l’essenza stessa dei servizi offerti dall’azienda.

2.NeoTokio!

neotokio sito con effetto parallasse

NeoTokio! è un sito che punta ad un effetto minimal ma immediato. Lo sfondo bianco e i grandi caratteri neri in progressione animata suggeriscono il dinamismo degli obiettivi di questa azienda che si occupa di design e comunicazione.

L’estrema pulizia grafica è sottolineata in questo caso dagli effetti parallasse in jquery, che evidenziano bene ogni contenuto.

3.Bagigia

sito bagigia con effetto parallasse

Effetto parallasse anche per il sito della Bagigia, la borsa in pelle che assomiglia ad una borsa dell’acqua calda ma che è in realtà un accessorio di lusso molto di moda. Il visitatore può vedere immediatamente la borsa in varie posizioni, semplicemente muovendo la zip sottostante l’immagine.

Un effetto utilissimo per vedere subito tutti gli aspetti dell’oggetto, in una cornice dall’atmosfera vintage.

4.inTacto 10 years

intact sito web con effetto parallax in jquery

Ti mostriamo adesso un esperimento davvero riuscito di effetti parallasse in jquery.

Un vero e proprio viaggio nella prima decade (ed oltre) degli anni 2000: questo è l’effetto proposto dalla agenzia inTacto che si occupa di marketing digitale e sviluppo I.T.

Il visitatore è subito coinvolto nel percorrere le tappe del progresso tecnologico e delle innovazioni che hanno caratterizzato il lavoro di questo gruppo all’avanguardia nel business delle applicazioni.

5.Iutopi

Iutopi esempio di sito con effetto parallax

Esplorare le profondità marine, insieme a servizi offerti da Iutopi, agenzia creativa che si occupa di sviluppo web.

Questo è l’escamotage visivo che colpisce immediatamente il visitatore, e che gli permette di muoversi con facilità tra i vari “livelli” di profondità dell’informazione (e del mare..) attraverso il menu sempre presente alla sinistra dello schermo.

Un esempio davvero efficace di effetti parallasse in jquery.

6.Egopop Creative Studio

effetti parallax in jquery esempio

Ci troviamo di nuovo ad ammirare lo stile scelto da uno studio creativo, Egopop.

Una ottima navigabilità si interfaccia efficacemente con la struttura grafica impostata nella home, dove la sensazione di movimento delle figure rende evidente il dinamismo del team e la sua duttilità.

7.Make Your Money Matter

make your money matter sito che utilizza effetto parallasse

In questo esempio ti mostriamo come l’effetto parallasse possa essere indicato anche per siti non legati al design ma al mondo della finanza ed al denaro. Make Your Money Matter è una piattaforma dinamica che illustra i vantaggi del Credit Union attraverso sequenze che mostrano modalità e benefici di questa scelta.

Vi è presente addirittura un calcolatore per mostrare gli interessi su un ipotetico deposito di denaro.

8.The Lab

The Lab sito con utilizzo effetto parallasse

The Lab è un sito che offre al visitatore una sorta di viaggio virtuale in un laboratorio che studia l’Alzheimer.

In questo modo la fondazione leader in UK sulla ricerca contro la malattia vuole dare tutte le informazioni possibili riguardo a questa condizione, grazie a questa interfaccia dinamica e tridimensionale, correlata con pulsanti per approfondire l’argomento.

Anche in questo caso le potenzialità degli effetti parallasse in jquery sono stati magistralmente interpretati.

9.Every Last Drop

every last drop sito divulgativo con effetto parallasse

Esploriamo ora l’effetto parallasse del sito Every Last Drop, piattaforma focalizzata nel sensibilizzare l’opinione pubblica sullo spreco dell’acqua. Ogni passaggio di scrolling sulla home fa vedere quale sia lo spreco effettivo in ogni occasione comune della vita.

10.No Leath

No Leath modo di usare effetto parallasse

No Leath è un brand che si occupa di calzature femminili. L’impianto della home si caratterizza per una veloce caratterizzazione dei contenuti, con un effetto tridimensionale, particolarmente sfruttato per suggerire la varietà dei campi in cui si sviluppa il marketing della società.

Conclusione

In questo articolo hai visto in quanti modi puoi utilizzare gli effetti parallasse in jquery per creare un design particolarmente accattivante e di sicuro impatto per i tuoi visitatori.

Utilizzi l’effetto parallasse sul tuo sito? Cosa ne pensi? Condividi con noi la tua esperienza lasciandoci un commento nel box qui sotto.

Linguaggio CSS – Seconda Parte

Linguaggio CSS – Seconda Parte

All, Webdesign, Webmaster, Wordpress

La seconda parte della guida al linguaggio CSS – Riguardatevi la prima parte!

Il box del CSS

Nel CSS, tutti i contenuti sono racchiusi in un rettangolo invisibile formato da più strati, come vedi nel grafico qui sotto:

Box del CSS

Il contenuto è circondato dal padding, un’imbottitura trasparente, a sua volta circondata da un bordo. All’esterno del bordo si trova il margin, un margine anch’esso trasparente.

Usando il CSS potrai determinare spessori, stile e colori di questi elementi.

Padding

I contenuti hanno il padding su quattro lati: top (superiore), right (destro), bottom (inferiore) e left (sinistro). Seguendo quest’ordine, puoi definire lo spessore del padding usando i pixel come valori nella dichiarazione CSS. Ecco un esempio:

.image {
padding: 20px 30px 10px 40px;
}

I contenuti associati alla classe .image avranno un padding superiore pari a 20px, destro pari a 30px, inferiore pari a 10px e un padding di 30px sulla sinistra.

In alternativa, puoi creare una dichiarazione per ciascun lato, in questo modo:

.image {
padding-top: 20px;
padding-right: 30px;
padding-bottom: 10px;
padding-left: 40px;
}

Attenzione!

Ricordati di concludere ogni dichiarazione CSS con il punto e virgola.

Bordi

Il bordo è un elemento del box CSS caratterizzato da spessore, colore e stile.

Come il padding, il bordo ha quattro lati: top, right, bottom e left.

Le principali proprietà relative ai bordi sono:

border-width

Questa proprietà serve a determinare lo spessore del bordo. Anche in questo caso, può essere usato un valore di tipo testuale (thin – sottile, medium – medio, thick – spesso) oppure un valore in pixel.

.box-with-border {
border-width: thick;
}
.box-with-border {
border-width: 10px;
}

border-style

La proprietà border-style è invece utile per determinare lo stile del bordo: solid (solido), dashed (tratteggiato), dotted (puntato) , double (doppio), eccetera.

Ecco un esempio di regola CSS per creare un bordo puntato con spessore 10px:

.box-with-border {
border-width: 10px;
border-style: dotted;
}

border-color

Anche in questo caso, usa un valore hex per impostare il colore del bordo.

.box-with-border {
border-width: 10px;
border-style: dotted;
border-color: #120A8F;
}

Il codice qui sopra farà apparire, attorno agli elementi associati alla classe box-with-border, un bordo puntato di spessore 10px e colore blu.

Come per il padding, i valori indicati nella dichiarazione possono essere applicati a tutti e quattro i lati oppure ad un lato singolo, utilizzando come proprietà border-top, border-right, border-bottom o border-left.

border-radius

Questa è un’altra proprietà molto utile. Serve, infatti, ad arrotondare gli angoli di un bordo. Nel campo valore potrai usare pixel oppure em. Più alto sarà il valore, più arrotondati saranno gli angoli.

.box-with-border {
border-width: 10px;
border-style: dotted;
border-color: #120A8F;
border-radius: 30px;
}

Margin

Le proprietà margin funziona esattamente come quella padding. Per ciascun lato, usa un valore in pixel seguendo l’ordine top, right, bottom, left.

In alternativa, crea una dichiarazione per ciascun lato.

.box-with-margin {
margin: 10px 20px 30px 40px;
}

E’ equivalente a:

.box-with-margin {
margin-top: 10px;
margin-right: 20px;
margin-bottom: 30px;
margin-left: 40px;
}

Commenti

Concludiamo la quinta sezione di  questa guida CSS parlando dei commenti.

Quando crei un foglio di stile contenente molte regole, è utile inserire delle note per ricordarti a cosa servono i vari codici oppure spiegarli a chi lavora con te sul sito.

Per contrassegnare il tuo testo come commento, dovrai usare /* all’inizio e */ alla fine. In questo modo, il tuo commento sarà visibile solo all’interno del foglio di stile e non sulla pagina visibile online.

Ecco un esempio:

/* La seguente classe è usata per ingrandire il font utilizzato per i titoli h1 */
h1 {
font-size: 30px;
}

Ora che consci alcune delle proprietà più importanti, passiamo alla prossima sezione di questo breve corso CSS. Imparerai come usare i codici che hai imparato nel tuo sito WordPress.

Hai bisogno di aiuto nel personalizzare l’aspetto del tuo sito WordPress? I nostri esperti sono a disposizione per interventi diretti, consulenze e formazione 1 ad 1.

6. Applicare le regole CSS al tuo sito WordPress

Il Foglio di stile style.CSS

Su WordPress, tutte le regole CSS sono contenute in un file chiamato style.css. Questo è anche chiamato foglio di stile.

Puoi visualizzare il foglio di stile del tuo tema navigando in Aspetto > Editor.

In teoria, potresti  fare le modifiche e le aggiunte necessarie direttamente nel tuo foglio di stile. Tuttavia, se decidi di lavorare direttamente sul file style.css, ogni volta che effettuerai un aggiornamento del tema tutte le modifiche andranno perse.

Tema Child

Una prima soluzione è quella di usare un tema child, cioè, un tema che eredita le caratteristiche del tema genitore e che può essere modificato senza che tutti i cambiamenti vengano persi ad ogni aggiornamento.

Vuoi avere più informazioni su un tema child? Ecco come creare, configurare ed usare un tema child.

Campo Custom CSS

Una seconda soluzione è quella di utilizzare lo spazio Custom CSS (cioè, CSS personalizzato) che è ormai una funzionalità presente nella maggior parte dei temi WordPress, oltre che nel pannello ‘Personalizza’ WordPress.

Se usi una delle ultime versioni di WordPress

Naviga all’interno del pannello ‘Personalizza‘ e cerca il campo chiamato CSS Aggiuntivo. Qui potrai inserire i tuoi codici CSS personalizzati. Attenzione però che i codici inseriti qui vanno sempre a sovrascrivere i codici presenti nel file style.css.

Se vuoi usare le funzionalità del tuo tema

Solitamente, il campo per inserire codici CSS personalizzati si trova all’interno delle sezioni per la configurazione del tema. Per esempio, sul tema Enfold, si trova in Theme Options > General Styling (in questo tema, il campo è chiamato Quick CSS)

Campo Custom CSS Enfold

Sovrascrivere le dichiarazioni CSS

Per ottenere gli effetti desiderati,  dovrai sovrascrivere dichiarazioni CSS già presenti all’interno del file style.css.

Talvolta, il box custom CSS presente all’interno del tema (come descritto nella sezione precedente) va a sovrascrivere automaticamente il foglio di stile.

Se però noti che le modifiche non hanno effetto, dovrai indicare manualmente che le tue nuove dichiarazioni devono avere priorità.

Per farlo, usa la dicitura !important alla fine della dichiarazione, prima del punto e virgola. 

Ecco un esempio:

h2 {
font-size: 20px !important ;
}

Questa dichiarazione andrebbe a sovrascrivere le altre dichiarazioni relative alla misura del font dell’elemento h2 all’interno del foglio di stile.

Dichiarazioni “Inline”

Se hai bisogno di modificare il CSS di un singolo elemento, potrai farlo direttamente all’interno dell’Editore di Testo, senza dover creare una nuova classe o ID nel foglio di stile.

Semplicemente, aggiungi le dichiarazioni CSS all’interno del tag HTML che precede il contenuto, usando la dicitura “style=”  così:

<h2 style="color:#ababab;font-size:40px;">Questo è un sottotitolo.</h2>

Come vedi, dopo il tag h2 è presente la dicitura style= . All’interno delle virgolette, sono racchiuse due dichiarazioni CSS (color: #ababab e font-size:40px), ciascuna chiusa dal punto e virgola.

In questo caso, la regola CSS sarà applicata esclusivamente a questo sottotitolo h2.

Modificare il CSS solo per una singola pagina o post

Di tanto in tanto, può capitare che tu voglia applicare modifiche solo al CSS di una singola pagina o post. Ti faccio un esempio: è possibile che sulla tua pagina ‘Chi Sono’ tu voglia avere i link di colore rosso, però vuoi mantenerli del colore default blu su tutto il resto del sito.

E’ possibile fare una modifica di questo tipo usando semplici codici CSS. Ti basterà ispezionare il CSS della pagina in questione (come è anche spiegato nella sezione successiva di questa guida) e di applicare i codici solo all’ID di quella pagina. Per maggiori informazioni, ti consiglio di leggere la guida di approfondimento su come applicare modifiche CSS a singoli post o pagine.

7. Ispezionare il CSS delle pagine web

Il modo migliore per imparare il CSS è esercitandosi. Con la pratica, usare i codici CSS diventerà sempre più facile.

Oggi, abbiamo la fortuna di poter utilizzare strumenti fantastici per ispezionare i codici CSS di qualunque pagina web e anche testare temporaneamente le nostre modifiche, senza che i cambiamenti siano definitivi.

Questi strumenti sono molto utili anche per trovare le classi e gli ID associati ai contenuti delle tue pagine. Una volta trovato il nome della classe su cui vuoi lavorare, potrai creare per essa nuove dichiarazioni che andranno a sovrascrivere quelle già presenti nel file style.css

Chrome DevTools per browser Google Chrome

Se usi come browser Google Chrome, hai a disposizione Chrome DevTools.

Su qualunque pagina web, clicca il tasto destro del tuo mouse e seleziona ispeziona elemento. Si aprirà nella parte inferiore della pagina una finestra suddivisa in due parti: sulla destra, l’HTML della pagina. Sulla sinistra, il CSS.

Per ispezionare nel dettaglio un elemento specifico della pagina, clicca sulla piccola lente d’ingrandimento che si trova nell’angolao in alto a sinistra del box DevTools. Quindi, seleziona sulla pagina l’elemento di tuo interesse.

Vedrai che i codici nel box si aggiorneranno con quelli relativi all’elemento selezionato (puoi sempre usare la barra di scorrimento per muoverti verso l’alto ed il basso e selezionare elementi all’interno del codice stesso).

Una volta individuate le dichiarazioni CSS su cui vuoi lavorare, clicca due volte sul codice. In questo modo, si attiverà un campo per modificare il codice oppure disattivare del tutto le dichiarazioni CSS.

Questo sarà un ottimo modo per esercitarti e testare tutte le modifiche che desideri.

Chrome DevTools

Firebug per browser Mozilla Firefox

Se invece usi come browser Mozilla Firefox, ti consiglio Firebug. Questa è una vera e propria estensione che aggiunge al tuo browser diverse funzionalità molto utili per analizzare e modificare codici HTML e CSS.

Per installare Firebug, visita il sito ufficiale e clicca Install Firebug in alto a destra. Avvia il download e segui il procedimento per aggiungere l’estensione alla barra degli strumenti del tuo browser.

Per attivare Firebug, clicca il simbolo a forma di insetto in alto a destra: questo farà aprire un box nella parte inferiore della pagina, similare a quello Chrome DevTools.

Anche qui, sulla sinistra vedrai il codice HTML, sulla destra quello CSS.

Per visualizzare tutto il CSS della pagina, clicca la tab CSS.

Per selezionare un elemento specifico sulla pagina, clicca il simbolo con il piccolo rettangolo e il puntatore che si trova nella barra degli strumenti della finestra Firebug.

Firebug

8. Verificare i tuoi codici CSS

Quando si sta imparando ad usare il CSS, non è raro dimenticare qualche parentesi o punto e virgola.

Un ottimo strumento per testare la validità dei tuoi codici è il CSS Validation System del W3C, la comunità internazionale che si occupa di sviluppare gli standard relativi ai codici sul web.

Semplicemente, inserisci le tue regole CSS all’interno del campo di testo e clicca “Verifica”. Se i tuoi codici sono corretti, apparirà “Congratulazioni. Nessun errore trovato.” Se invece ci sono errori, apparirà un messaggio contente la riga da correggere.

Conclusione

Siamo arrivati alla fine di questa guida introduttiva al CSS. Ricorda che il modo migliore per imparare a codificare è fare pratica: ti consiglio di iniziare ispezionando le pagine web suggerite nella penultima sezione. Avendo letto questa guida, sarai già in grado di comprendere il significato di molte dichiarazioni.

Hai già provato a modificare il CSS del tuo sito web? Oppure fino ad ora i codici ti sono sembrati del tutto incomprensibili? Come sempre, per qualunque domanda o suggerimento, ti invito a lasciare un commento sotto all’articolo.

Linguaggio CSS- Prima parte

Linguaggio CSS- Prima parte

All, Webdesign, Webmaster, Wordpress

Ecco la guida CSS che cercavi, se il tema installato sul tuo sito ti piace ma vorresti modificare qualche dettaglio grafico.

Uno dei grandi vantaggi di WordPress è l’estrema flessibilità: in qualunque momento, potrai lavorare sui codici e fare tutte le modifiche che desideri.

Nello specifico, per modificare elementi grafici e formattazione del tuo sito, dovrai lavorare sui file CSS.

Dopo diverse richieste da parte dei lettori del blog, ho deciso di creare una guida CSS per chi usa WordPress e vuole iniziare a fare qualche modifica ai codici.

Questo corso CSS è piuttosto lungo e ricco di codici e nozioni. Non temere se, ad una prima lettura, qualche codice non ti è chiaro: ti consiglio di arrivare fino in fondo ed eventualmente leggere la guida una seconda volta.

Inoltre, suggerisco di esercitarti usando gli strumenti che consiglio nei paragrafi conclusivi.

Gli argomenti di questa guida CSS:

  1. Che cos’è il CSS
  2. Come funziona il CSS
  3. Sintassi
  4. Selettori
  5. Dichiarazioni CSS
  6. Applicare le regole CSS al tuo sito WordPress
  7. Ispezionare il CSS delle pagine web
  8. Verificare i tuoi codici CSS

Non ci resta che iniziare.

1. Che cos’è il CSS

CSS è l’acronimo di Cascading Style Sheet.

WordPress usa principalmente codici PHP, HTML e CSS. Il PHP è usato per implementare tutte le funzionalità del sito, mentre L’HTML è il linguaggio markup usato per far apparire sulle pagine i contenuti veri e propri (testi, immagini, eccetera).

Il CSS è invece usato per formattare i contenuti e modificare le pagine a livello grafico. Per esempio, viene usato per configurare font, misura dei testi, colori, bordi, ombre e molto altro ancora.

Questo linguaggio è stato sviluppato per poter gestire la formattazione delle pagine separatamente dai contenuti. Infatti, lavorando sul CSS potrai fare modifiche a livello grafico senza rischiare di perdere contenuti o generare errori negli altri codici del tuo sito WordPress.

Ecco un esempio di codici CSS (ciascun blocco di codice viene chiamato regola):

h1 {
 font-size: 30px; 
 font-style: italic; 
 font-weight: bold;
 color: #d00000;
}

h2 {
 font-size: 20px; 
 font-style: oblique; 
 font-weight: 100; 
 color: #3300cc; 
}

Qui sotto vedi:

  • A sinista, un’esempio di contenuto HTML senza CSS.
  • A destra, lo stesso contenuto a cui è stato applicato il CSS dell’esempio sopra.

contenuto senza e con CSS

I codici usati in questo esempio sono molto semplici. Alla fine di questa guida CSS sarai in grado di leggerli e replicarli senza difficoltà.

2. Come funziona il CSS

All’interno dei file CSS si trovano le cosiddette regole. In ciascuna regola, viene definita la formattazione per un particolare selettore (nella sezione 4 approfondiremo cosa sono i selettori).

Tutti i contenuti del sito che, all’interno dell’HTML, vengono associati a tale selettore assumono automaticamente la formattazione definita nel file CSS.

In questo modo, è possibile applicare la stessa formattazione a molteplici contenuti all’interno del sito, senza che questa debba essere definita ogni volta.

Allo stesso modo, quando fai una modifica al file CSS, i cambiamenti vengono automaticamente applicati a tutti i contenuti associati al selettore su cui hai lavorato.

3. Sintassi

Una tipica regola CSS ha il seguente aspetto:

.testo-grassetto {
font-weight: bold;
}

Nel dettaglio, ecco gli elementi che compongono una regola CSS:

Sintassi CSS

Nota: la lingua utilizzata nel CSS è l‘inglese americano.

4. Selettori (elementi, id, classi, selettore universale)

Il foglio di stile CSS viene usato per definire le caratteristiche grafiche dei vari componenti di una pagina.

I contenuti a cui deve essere applicata la formattazione definita nella regola CSS vengono identificati tramite il selettore.

Come abbiamo già visto nella sezione precedente, la formattazione definita per un particolare selettore nel foglio di stile CSS, viene applicata a tutti gli elementi che sono identificati con tale selettore all’interno dei contenuti HTML.

Sfruttando l’esempio precedente, tutti i contenuti HTML a cui sarà associato il selettore .testo-grassetto, assumeranno la formattazione font-weight: bold; .

Vediamo ora i vari tipi di selettore:

Elementi

Il selettore “elemento” applica le regole CSS ai contenuti HTML, identificati all’interno del CSS con il loro stesso nome.

Per esempio, puoi definire la formattazione dei titoli h1 in questo modo:

h1 {
font-size: 30px;
}

In questo stesso modo, possono essere formattati gli elementi h2, h3, h4, h5, h6, p (come paragrafo) e altri ancora.

Vediamo ora i due selettori che userai più spesso all’interno del tuo foglio di stile:

Classi

Nell’esempio precedente, .testo-grassetto è un selettore di classe.

Le classi sono identificate dal punto, seguito dal nome della classe: .nomeclasse .

Una volta definito nel foglio di stile CSS, il selettore di classe può essere utilizzato per formattare molteplici elementi all’interno delle pagine web.

Per esempio, per rendere grassetto un intero paragrafo di un articolo, dovrai prima aggiungere la dichiarazione CSS  nel tuo file di stile. Quindi, aprire il tuo post con l’Editore di Testo e, in corrispondenza del paragrafo che vuoi rendere grassetto, aggiungere il riferimento alla classe all’interno del tag <p>, in questo modo:

<p class=”testo-grassetto>Il tuo paragrafo</p>

ID

Il funzionamento del selettore ID è molto simile a quello delle classi.

Per quanto riguarda la sintassi, al posto del punto viene utilizzato il cancelletto, in questo modo:

#nome-id {
font-weight: bold;
}

Come le classi, la formattazione degli ID viene definita attraverso regole CSS all’interno del foglio di stile.

La differenza tra ID e Classi

La principale differenza tra ID e classi è che gli ID devono essere unici, mentre le classi no.

Questo significa che:

  • Un elemento può avere un solo ID e lo stesso ID può essere usato una sola volta all’interno di una pagina.
  • Un elemento può avere molteplici classi e la stessa classe può essere usata su molteplici elementi.

Selettore universale

Esiste un altro tipo di selettore, chiamato universale. Questo serve a formattare tutti i contenuti del tuo sito web.

Un selettore universale viene indicato mediante un asterisco *, in questo modo:

* {
font-weight: bold;
}

5. Dichiarazioni CSS

In questa sezione faremo una panoramica delle dichiarazioni CSS più comuni. In questo modo, potrai riconoscerle, modificarle ed aggiungerle all’interno del tuo foglio di stile.

Per ogni gruppo, trovi la lista delle principali proprietà ed i valori che possono essere assegnati a ciascuna di esse. Cambiando il valore assegnato alla proprietà, cambierai la formattazione sulla pagina.

Testi (font, stile e grandezza dei testi)

font-family

Questa proprietà serve a definire il font utilizzato per testi, titoli, eccetera.

h2 {
font-family: "Times New Roman", Times, serif;
}

Come vedi, il valore è composto da tre parti separate dalla virgola: “Times New Roman”, Times, serif.

Times New Roman indica il font preferito, quello che desideriamo appaia sulla pagina. Tuttavia, non tutti i browser sono sempre in grado di mostrare il primo font indicato nel foglio di stile. Per questo motivo, ne indichiamo un secondo (Times) che verrà usato se il browser non riconosce il primo. Al terzo posto, abbiamo indicato una famiglia molto generica, serif, da usare se gli altri due font non possono essere visualizzati.

Come vedi “Times New Roman” è tra virgolette: se il nome di un font è composto da più parole, dovrai usare le virgolette. Altrimenti, esse non sono necessarie.

font-style

Questa proprietà serve a definire lo stile del testo: normale, corsivo o obliquo (quest’ultimo è usato molto raramente).

Rispettivamente, i valori da utilizzare sono: normal, italic e oblique.

h2 {
font-style: normal;
}

Usando questa regola, il testo apparirà nella versione normale, la più semplice.

h2 {
font-style: italic;
}

Usando questa regola, il testo apparirà in corsivo.

h2 {
font-style: oblique;
}

Usando questa regola, il testo apparirà nella versione obliqua, simile al corsivo.

font-size

Questa proprietà serve a determinare le dimensioni del testo. Nel campo del valore si può indicare la dimensione in pixel o in em.

Gli em sono un’unità di misura comunemente usata dagli sviluppatori al posto dei pixel. Un em corrisponde a 16 pixel.

font-size (pixel)

h2 {
font-size: 24px;
}

font-size (em)

h2 {
font-size: 1.5em;
}

font-weight

La proprietà font-weight è usata per determinare il “peso” del testo. Come valore per font-weight potrai usare valori testuali come lighter, normal, bold e bolder, oppure numerici di cento in cento da 100 a 900 (400 è il valore che equivale a normal).

Ecco alcuni esempi:

h2 {
font-weight: normal;
}
h2 {
font-weight: 700;
}

(il valore 700 equivale a bold, cioè, al grassetto standard).

Color

La proprietà color serve a definire il colore del testo. Nel CSS, i colori sono indicati con valore esadecimale (HEX) . Se non conosci questa convenzione, ti consiglio di visitare questa pagina dove trovi molti esempi ed equivalenti valori RGB.

Questa è la sintassi della regola CSS per quanto riguarda il colore del testo:

h2 {
color: #ababab;
}

Sfondo

Alcuni elementi del tuo sito saranno caratterizzati da uno sfondo. Che tu voglia usare come sfondo un colore oppure un’immagine, sarai comunque in grado di determinarlo nel tuo foglio di stile.

background-color

Questa proprietà è utilizzata per configuare il colore di sfondo. Come per la proprietà color, il valore sarà espresso con il codice HEX corrispondente al colore.

body {
background-color: #ababab;
}

background-image

Se, invece di un colore, vuoi usare come sfondo un’immagine, dovrai usare la proprietà background-image. Come valore, dovrai inserire l’URL dell’immagine che vuoi utilizzare. Questa è la sintassi:

body {
background-image: url(“url dell’immagine”);
}

L’immagine di sfondo può essere personalizzata ulteriormente con altre proprietà:

  • background-repeat per ripetere o meno l’immagine. I valori da utilizzare sono repeat (per ripetere l’immagine in orizzontale e in verticale), repeat-x (per ripetere l’immagine solo in orizzontale), repeat-y (per ripetere l’immagine solo in verticale) e no-repeat (per non ripetere l’immagine).
  • background-position, per determinare la posizione dello sfondo sulla pagina.
  • background-attachment, per configurare se l’immagine di sfondo deve scorrere con i contenuti o rimanere fissa sulla pagina.
Video editing – Migliori 5 programmi per Windows

Video editing – Migliori 5 programmi per Windows

All, Software, Webdesign

Video editing – Ecco la top 5

Il mercato dei programmi online è molto attivo e offre una vastissima gamma di applicazioni. Il vantaggio degli acquisti su Internet sta nel fatto che si ha l’opportunità di paragonare i diversi programmi prima di prendere una decisione. Prima di decidere quale programma adottare per i video, ti invitiamo a dare un’occhiata ai cinque seguenti prodotti, che sono stati testati e approvati per la loro efficacia su Windows 10.

1. Filmora Video Editor

Filmora Video Editor è un nuovo strumento di editing video pienamente compatibile con Windows 10. Supporta tutti i tipi di file audio, video e fotografici, ed è in grado di registrare lo schermo del PC. Fornisce tutti gli strumenti base necessari per effettuare l’editing: tagliare, fondere, dividere, accorciare, oltre ad una serie di effetti speciali: face-off, mosaico, schermo verde, picture-in-picture, filtri e sovrapposizioni. E’ anche a disposizione un numero enorme di titoli, transizioni ed effetti animati.

Perché Scegliere Filmora Video Editor

  1. Interfaccia semplice, con tutti gli strumenti di editing indicati nella finestra principale; l’utente può trovare e utilizzare tutti gli strumenti con grande facilità;
  2. Supporta quasi tutti i formati di file audio, video e fotografici. Non esistono problemi di incompatibilità;
  3. Filti selezionati, sovrapposizioni, grafiche animate, titoli di testa e di coda. La lista degli effetti è aggiornata periodicamente;
  4. Esportazione dei video in diversi formati, oppure ottimizzati per la condivisione su YouTube, Facebook e Vimeo;
  5. Versioni specifiche per Windows e Mac; compatibile con i sistemi operativi più recenti.

Pro:

  • Facile da imparare e da usare.
  • Fornisce tutti gli strumenti di editing base per un principiante.
  • Il prezzo è inferiore alle applicazioni professionali, ma permette di creare video dall’aspetto professionale.

Contro:

  • Potrebbe non essere pienamente stabile durante l’importazione di video multipli.
  • Un numero di funzioni inferiore rispetto ai software professionali.

#2. VirtualDub

VirtualDub è un programma open source disponibile per Windows 10. L’interfaccia è molto intuitiva e permette di compiere semplici operazioni quale aggiungere e cancellare file, tagliare le barre laterali, riordinare e ruotare parti del video. E’ un programma comprensivo che è anche in grado di effettuare la conversione dei video, oltre al loro editing. In generale, queste sono le funzioni che potrebbero spingere l’utente ad utilizzare VirtualDub.

Pro:

  • Il programma offre la funzione di cattura video, evitando la necessità di importare i filmati per l’editing.
  • Si possono manipolare i file attraverso filtri video di terze parti.
  • Supporta l’elaborazione multipla, quindi è in grado di lavorare su file video mutipli allo stesso tempo.

Contro:

  • Nonostante l’interfaccia intuitiva, la qualità delle prestazioni è spesso qualcosa che può frustrare l’utente.
  • I principianti avranno qualche problema a comprenderne il funzionamento.

#3. Pinnacle VideoSpin

Il modo in cui questo software è stato progettato permette un approccio molto intuitivo ed affidabile per l’editing video professionale. Il suo obiettivo è la semplicità di utilizzo da parte di principianti e di esperti dell’editing video. Le funzioni principali di Pinnacle VideoSpin sono la possibilità di creare presentazioni fotografiche, di cancellare scene non necessarie da un filmato, le transizioni in 2D, gli effetti video e la possibilità di aggiungere sovrapposizion audio o testuali. Nel caso le tue necessità di editing si concentino in queste funzioni, la scelta di Pinnacle VideoSpin come software di editing video è molto indicata.

Pro:

  • Il programma garantisce il supporto per un numero enorme di formati di file, con un tasso di compatibilità altissimo.
  • La timeline rende il processo di editing molto semplice, eliminando una serie di difficoltà ad esso relative.

Contro:

  • E’ necessario registrarsi per poter effettuare l’installazione del programma sul computer
  • Potresti avere bisogno di acquistare il pacchetto Advanced Codecs Pack per 10$, che avranno comunque delle restrizioni in certi formati.

#4. Sony Vegas Movie Studio

Questa applicazione è creata appositamente per Windows, ed è una delle migliori scelte nel campo dell’editing video. Attraverso questo programma si ottengono video fantastici con pochissima fatica. Se siete appassionati di editing video, Sony Vegas Movie Studio dovrebbe essere la scelta da fare, con un prezzo di vendita di 49.95$ e la possibilità di scaricare una versione di prova per testarne le potenzialità. Sony Vegas Movie Studio è una soluzione integrata per l’editing video grazie ad un vastissimo numero di funzioni gestibili da un’interfaccia molto intuitiva, strumenti quali la stabilizzazione del video, l’aggiunta di testi e di effetti in tempo reale.

Pro: Supporta un numero illimitato di file in entrata e in uscita. La compatibilità dei formati è assolutamente garantita, a prescindere da quello utilizzato.

Contro: Il prezzo di vendita non è molto concorrenziale ed è fuori dalla portata delle tasche di alcuni utenti, e la versione di prova fornisce solamente una serie limitata di funzioni.

#5. Windows Movie Maker

Una soluzione alternativa può essere rappresentata da Windows Movie Maker. E’ un programma gratuito, e per questo potrebbe non possedere tutte le funzionalità che stai cercando. Questo però non deve essere un elemento scoraggiante, perche Windows Movie Maker possiede comunque una serie di funzioni come un set di strumenti di editing base per rallentare o accelerare i video, tagliarli e aggiungere effetti e transizioni.

Pro: diverse funzioni gratuite di editing video.

  • La timeline semplifica notevolmente il lavoro di editing.
  • Un numero elevato di possibilità di output aumenta la compatibilità.

Contro: non c’è la funzione di taglio del video, essendo selettivamente disponibile come parte di Windows OS.