Internet – Che cos’è?

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Internet che cos'è come funziona e come si usaChe cos’è Internet? Come funziona Internet? Come si usa Internet? Le risposte a queste tipiche domande potrebbero sembrare ovvie a molti ma non a tutti. Ecco, pertanto, che in questo semplice articolo cercherò di chiarirti le idee proprio su questi e altri inerenti aspetti.

CHE COS’È UNA RETE?

Prima di rispondere a domande del tipo che cos’è Internet, come funziona Internet o come si usa Internet bisogna innanzitutto rispondere ad un’altra domanda ovvero che cos’è una rete? In generale, con il termine rete, si intende una serie di componenti, sistemi o entità interconnessi tra loro in qualche opportuno modo.

Nel mondo dell’informatica, queste componenti sono solitamente computer, modem router e/o semplici stampanti di rete, collegati in qualche tipica maniera tra loro con l’intento di poter fargli scambiare a vicenda informazioni o, piuttosto, condividere determinate risorse.

Tipologie di rete

In informatica esistono comunque diverse tipologie di rete ma quelle più importanti sono sostanzialmente due, ovvero:

  • le LAN, dall’acronimo inglese di Local Area Network, in italiano rete in area locale, che corrispondono a quelle reti realizzate all’interno di un’area piuttosto circoscritta (ad esempio, in una casa, in una scuola o in un ufficio). Mediante la creazione di una rete di questa particolare tipologia si vogliono solitamente condividere determinate risorse hardware, come per esempio una stampante o un semplice scanner, o software, come documenti o, in generale, file di qualsiasi tipo. In ogni caso, il collegamento esistente tra la varie componenti hardware di una LAN può avvenire solitamente o mediante l’utilizzo di speciali cavi, chiamati in gergo cavi Ethernet, oppure in maniera del tutto wireless (si pronuncia uàirless) ovvero senza l’utilizzo di alcun fastidioso filo. In quest’ultimo caso, tuttavia, piuttosto che di LAN si parla di WLAN, dall’acronimo inglese di Wireless Local Area Network, cioè di una rete Wi-Fi (si pronuncia uài fài) che non corrisponde altro che ad una speciale LAN protetta da un’opportuna password (si pronuncia pàssuord), realizzata senza l’utilizzo di problematici fili;
  • le WAN, dall’acronimo inglese di Wide Area Network, che non sono altro che quelle reti appartenenti ad un’area geografica molto più grande rispetto alle comuni LAN (ad esempio, tra nazioni o, addirittura, tra continenti). Tra tutte le WAN esistenti, quella più grande e, al tempo stesso, più importante, prende il nome di Internet.

INTERNET: CHE COS’È, COME FUNZIONA E COME SI USA?

Internet, quindi, non è altro che una rete di reti, ovvero, un enorme insieme di reti, di qualunque natura e dimensione esse siano, tutte collegate tra loro in qualche opportuno modo.

Su Internet, oltre ai comuni computer di tutti i giorni, esistono infatti altre speciali tipologie di computer, chiamate in gergo server, che non fanno altro che servire appunto le varie richieste che mano a mano questi ricevono.

I computer che utilizziamo quotidianamente, difatti, non sono altro che dei particolari client (si pronuncia clàient), cioè dei particolari clienti che attraverso l’utilizzo di un comunissimo browser (si pronuncia bràuser), fanno una determinata richiesta a questi server, come ad esempio la visualizzazione di una semplice pagina web, i quali, a loro volta.

Dopo aver soddisfatto tale richiesta, hanno il compito di restituirne il risultato. Mediante l’utilizzo di un qualsiasi browser, si può quindi navigare su Internet per, ad esempio:

  • cercare informazioni su un determinato argomento;
  • leggere le ultime notizie disponibili;
  • visualizzare dei video e/o ascoltare della musica, magari attraverso un sito come YouTube (si pronuncia iùtub);
  • visitare virtualmente determinati luoghi;
  • mettersi e rimanere in contatto con amici e parenti utilizzando, ad esempio, Skype (si pronuncia scàip), la classica posta elettronica o i più moderni social network;
  • comprare e/o vendere oggetti di qualsiasi tipo, mediante degli appositi siti come ad esempio Amazon o eBay (si pronuncia ibèi);
  • e molto, molto altro ancora.

Come facciamo ad usare internet?

Per fare tutte queste cose, solitamente si utilizza un cosiddetto motore di ricerca, tra i quali il più famoso è senza ombra di dubbio Google (si pronuncia gùgol), che in pratica non è altro che una sorta di enorme elenco contenente miliardi e miliardi di informazioni organizzate in base a ben precisate frasi o parole (chiamate in gergo chiavi di ricerca).

Arrivati comunque a questo punto dovresti aver finalmente capito sia che cos’è Internet, sia come funziona Internet, sia come si usa Internet.

Internet – Cosa devi sapere

Internet – Cosa devi sapere

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La rete delle reti

 

Internet è sostanzialmente la “rete delle reti”, cioè un insieme di reti di computer sparse in tutto il mondo e collegate tra loro, a cui possono accedere migliaia di utenti per scambiare tra loro informazioni binarie di vario tipo a definizione. Tecnicamente la definizione più corretta di Internet è forse quella di una federazione o un insieme di reti in grado di comunicare utilizzando il set di protocolli TCP/IP” .Al di là del tentativo di definirla, per descrivere Internet sono state usate varie analogie; la più frequente è quella delle reti telefoniche locali o nazionali che nel loro insieme formano una immensa rete internazionale, della quale molti possiedono una parte, senza che nessuno possa possederla tutta; infatti si dice che Internet non è di nessuno, anche se – perché il tutto funzioni – tutti devono tenere in efficienza la parte di loro proprietà.

Non mancano naturalmente analogie più fantasiose, tra cui quella della scuola di McLuhan che vede Internet come “prolungamento” all’esterno del nostro cervello (così come la televisione era il prolungamento all’esterno della nostra vista) o quella addirittura fantascientifica secondo cui Internet sarebbe un “cervello collettivo”.

Negli anni ’60, di fronte al successo scientifico rappresentato dal primo Sputnik sovietico (messo in orbita il 4 ottobre 1957) gli Usa da una parte lanciarono un programma spaziale che doveva portare l’uomo sulla luna, mentre dall’altra, a livello militare, predisposero un piano di difesa da un eventuale attacco atomico da parte dell’Urss, nell’ambito della cosiddetta Guerra Fredda.

Fu così che il Pentagono creò A.R.P.A., un’agenzia per progetti scientifici a livello avanzato a scopi militari. Uno di questi progetti, presentato da Paul Baran nel 1962, mirava a creare un sistema di comunicazioni in grado di sopravvivere ad un attacco nucleare ed era basato sul sistema della trasmissione mediante commutazione di pacchetto (packet switching).

Per raggiungere questo obiettivo era necessario che il sistema di comunicazione non avesse un punto centrale di controllo (no central authority), colpire il quale avrebbe significato mettere fuori uso l’intero sistema, ma avesse una struttura che garantisse le comunicazioni anche se parte dei collegamenti fossero stati distrutti. Bisognava che una comunicazione potesse seguire percorsi diversi in alternativa a quelli eventualmente distrutti.

Nel 1969 Vinton Cerf creò Arpanet, collegando al nodo dell’Università di Los Angeles le tre Università americani di Santa Barbara (California), di Stanford e dell’Università dello Utah. Questo significò il passaggio dalle cosiddette LAN ad una WAN fino all’attuale dimensione mondiale. Uscita dal controllo militare, Arpanet, infatti, ebbe come coordinatore la National Science Foundation, prendendo il nome di NSFN alla quale cominciarono a collegarsi reti regionali e locali, e successivamente internazionali.

Riteniamo inutile dare qui dei dati sull’attuale diffusione di Internet nel mondo, o in Italia, anche perché sono in rapida crescita e quindi comunque inattendibili. Forse ci preoccupa più quanto abbiamo letto recentemente relativamente ad una situazione della rete vicina alla saturazione, tanto che qualcuno parla di una tariffazione di Internet per limitarne l’uso o addirittura di una Internet 2 a pagamento, nonché quanto proposto a titolo di bit tax.

Come funziona internet?

Forse il modo più semplice per spiegare il funzionamento di Internet è quello di seguire passo passo una comunicazione, cioè il passaggio di un’informazione da un computer di origine (o client) ad un computer di destinazione (server). Va infatti notato che, anche se un computer può comunicare con diversi altri in rapida successione, di fatto questa comunicazione avviene sempre tra due computer (client/server) di cui il client è l’emittente del messaggio e il server è il suo ricevente, o computer remoto.

La parola Internet, prima ancora di indicare una electronic highway (autostrada elettronica) è anzitutto una espressione inglese formata da due parole intere net (rete), con cui si indica un collegamento tra due reti (di computer) attraverso una gateway (via d’accesso): è questo collegamento che permette a qualsiasi computer di una rete di comunicare con un qualsiasi altro computer di un’altra rete.

Si capisce meglio allora quale sia la potenzialità comunicativa di Internet se la rete, come abbiamo già detto, è un’immensa ragnatela fondata da migliaia di reti di computer sparse in tutto il mondo e tutte collegate tra loro, questo significa che col nostro computer, connesso ad una delle reti, possiamo in teoria comunicare con tutti i milioni di computer che formano la “rete delle reti” o che sono a queste connessi.
Accesso a Internet

Va subito chiarito che normalmente l’utente privato non ha il computer fisicamente collegato alla rete Internet, ma che deve accedervi attraverso il computer di un access o service provider. Per connetterci a Internet dobbiamo anzitutto collegare, con un modem, il nostro computer ad una linea telefonica che, a sua volta ci collega, sempre con un modem, al computer del provider. Naturalmente il provider presso cui chiediamo l’accesso a Internet per poter sostenere le richieste di più clienti deve possedere più modem che a loro volta devono essere ben più potenti del nostro come capacità di trasmissione. La bontà di un provider si misura infatti anche dalla velocità con cui la sua attrezzatura ci permette di ottenere l’accesso a Internet.

I modem del provider sono a loro volta collegati ad un grosso computer che tecnicamente si chiama host (ospite) e che fa la funzione di server rispetto al computer del cliente (client). È importante tenere presente che l’host è fisicamente parte di Internet, cioè è un nodo di una delle tante reti che compongono la “rete delle reti”.

In questo modo anche il computer del cliente, finché dura la connessione con l’host del provider, viene ad essere fisicamente parte della rete; può quindi usufruire di tutti i servizi che Internet è in grado di offrire, dalla posta elettronica alla ricerca sui cosiddetti motori di ricerca, fino naturalmente alla consultazione delle pagine Web.

Abbiamo già detto che per connetterci a Internet bisogna anzitutto collegare il proprio computer alla normale linea telefonica con un apparecchio che si chiama modem. Il termine modem deriva dalla contrazione di due parole inglesi (MODular e DEModulator), che servono ad indicare due tipi di operazioni:

MODulate, trasformazione degli impulsi digitali del computer in segnali analogici, cioè suoni trasmissibili da una normale linea telefonica;
DEModulate, cioè, all’arrivo, l’operazione contraria di trasformazione di suoni (o segnali analogici) in impulsi digitali leggibili da un computer.

L’unità di misura della velocità di trasmissione di un modem è chiamata bps (bit per second, o bit al secondo) e dal loro numero dipenderà la velocità della trasmissione dei dati. Oggi la misura standard di un normale modem è 33.600 bps.

Seguendo lo schema con cui ci siamo proposti di illustrare il funzionamento di Internet, dal nostro computer chiediamo via telefono (e modem) ad un provider di connetterci alla rete Internet. È abbastanza evidente che, per evitare bollette telefoniche con cifre astronomiche, conviene che il telefono del provider sia dentro la rete urbana, o comunque che in essa abbia un nodo di collegamento. Importante è infatti tenere presente che quando l’utente si collega ad essa o dall’ufficio via telefono utilizza la normale rete telefonica per il tratto tra il proprio modem e il modem del provider pagando la relativa tariffa, che naturalmente varia a secondo che la telefonata sia urbana o interurbana.

Provider è la semplificazione di un acronimo IAP che in inglese sta per Internet Access Provider (o fornitore di accessi a Internet), ossia qualcuno che, con un contratto di abbonamento, ci dà la possibilità di collegarci alla rete, essendo egli in possesso di un computer permanentemente funzionante che fa fisicamente parte della rete stessa (cioè di un sito Internet). Oggi, forse più propriamente, si parla di ISP (Internet Service Provider) che identifica chi oltre alla mera connessione offre altri servizi all’utente, tra cui le pagine Web. Il provider ha sulla rete Internet un proprio computer a cui l’utente si collega. Tale computer si chiama host (in inglese host chi ospita distinto da guest che invece è chi viene ospitato).

Tecnicamente, mentre il collegamento fra un utente e un host è un collegamento diretto su linea commutata, cioè un normale collegamento telefonico, sulla rete Internet la trasmissione dei dati avviene ad una velocità non compatibile con i normali modem (in genere 64.000 bps). Il provider deve quindi avere una attrezzatura in grado di ridurre la velocità di trasmissione dei dati per renderla compatibile con quella del modello posseduto dall’utente.

C’è qui da ribadire che, una volta attivata la connessione tra il computer dell’utente e l’host del provider anche il computer dell’utente – limitatamente alla durata della connessione – fa fisicamente parte della rete Internet ed è quindi in grado di comunicare, almeno potenzialmente, con tutti gli altri computer ad essa collegati in tutto il mondo, diventando eventualmente a sua volta server di qualche altro utente.
Protocollo

Un costrutto mastodontico

Internet è una rete mondiale formata da milioni di computer, che tra loro possono essere molto diversi e funzionare con differenti sistemi operativi. C’è quindi da porsi non solo il problema di come avvenga la trasmissione dei dati nella rete, ma anche della loro intelligibilità; cioè di come fa un computer a decifrare un messaggio scritto con un computer ed un programma di scrittura completamente diversi.

Va allora chiarito che in Internet due computer connessi possono comunicare tra loro solo utilizzando lo stesso protocollo, intendendo per protocollo l’insieme delle regole che ne permettono la comunicazione: si tratta in pratica di un insieme di convenzioni che definiscono un linguaggio comune, il quale a sua volta rende possibile la comunicazione fra computer dotati di sistemi operativi diversi.

Quando si manda o si cerca una informazione via Internet, è evidentemente indispensabile che il destinatario sia chiaramente individuato da un preciso indirizzo, altrimenti la comunicazione rischia di perdersi nella rete. Quindi due computer per comunicare tra loro tramite Internet hanno bisogno almeno di:

  • un indirizzo che li individui con precisione assoluta, cioè di un IP address;
  • un protocollo, cioè un linguaggio comprensibile da entrambi.

Nella rete Internet incontreremo almeno due tipi di indirizzi:

  • E-mail, cioè gli indirizzi per la posta elettronica
  • Url, cioè un indirizzo che si usa per gli altri protocolli di comunicazione gestiti dal browser

cioè da un programma di gestione di servizi Internet. L’Url permette di arrivare con sicurezza al server, cioè al computer remoto presso cui l’oggetto da noi cercato si trova. A questo punto servono naturalmente le informazioni normali per cercare un oggetto nel computer di un utente, cioè la directory, le eventuali sottodirectory e il file che lo contiene.

 Il messaggio di posta elettronica finisce in una casella all’interno del server del provider dove risiede l’indirizzo di destinazione. Il messaggio rimarrà nel server finché l’utente non si collegherà alla rete e scaricherà nel proprio computer tutti i messaggi arrivati alla sua mailbox (cassetta delle lettere). Se l’utente è collegato, potrebbe aver attivato un programma che ad intervalli regolari controlla l’arrivo di nuova posta segnalando con un avviso sonoro eventuali nuovi messaggi arrivati.

Hacking, stile di vita

Hacking, stile di vita

Hacking, Internet
Una hacking session

Nella mente dell’hacker

Li immaginiamo come ‘topi informatici’ sempre chiusi nella loro cameretta a programmare e tentare di scoprire qualche falla informatica. Ma l’universo dell’hacking è molto più ampio. Scopriamo perché

Molti li vedono come dei “topi di biblioteca” tecnologici, sempre chiusi nelle loro stanze buie davanti al monitor di un computer alla ricerca continua di una chiave per entrare nel vostro computer o nel computer di qualche ente governativo sparso nel mondo.

La realtà è ben altra…

Capacità e scaltrezza

Gli hacker sono sì esperti di informatica e computer in generale, ma non sono i sociopatici che la maggior parte delle persone immagina. Gli hacker hanno grandi capacità logico deduttive, sono grandi esperti non solo di informatica e programmazione, ma anche di sicurezza in genere, di crittografia e decifratura codici. Insomma, dei “capoccioni”.

Per questo, molti ragazzi che si avvicinano al mondo dell’informatica vengono attratti da queste figure e sognano di diventare hacker. Iniziano così la trafila tra exploit (pezzo di codice in grado di sfruttare delle falle informatiche) vari.

Solitamente si inizia dalle “basi”, ovvero dai primi tentativi di bucare la rete wireless del vicino con lo sniffing del traffico di rete (ovvero l’attività – illegale se compiuta senza l’autorizzazione dell’amministratore di rete – di intercettazione passiva dei dati che transitano in una rete), o con i keylogger installati nei computer degli amici e dei familiari. Il resto vien da sé.

Lavoro in squadra

Comunque, se davvero si vuole diventare degli hacker, la prima cosa da fare è scandagliare la rete alla ricerca di un gruppo di lavoro hacker e unirsi a loro. Saranno direttamente loro a iniziarvi sulla strada dei codici e delle tecniche per sfruttare i primi exploit.

Le basi, naturalmente, sono rappresentate dalla programmazione: se non sapete cosa sia un linguaggio di programmazione – anche semplice come il BASIC -, magari è meglio che vi dedichiate ad altro. Una volta che avete appreso i rudimenti della programmazione, potete passare alla fase successiva: scaricate una distribuzione Linux (o comunque Unix) e iniziate a smanettarci sopra.

Quando sarete in grado, ad esempio, di costruirvi un kernel ad hoc per la vostra macchina, potrete passare alla terza fase: imparare ad utilizzare il World Wide Web e la programmazione HTML. Nel mentre, è necessario che apprendiate un inglese funzionale a ciò che volete mettere in pratica. Se poi siete interessati a proseguire la vostra carriera da hacker, potete dare un’occhiata qui.

Hacking e altri contesti

L’hacking, se vogliamo, è anche uno stile di vita, una forma mentis. E molti applicano questa “forma mentis” nei campi più disparati, come l’elettronica o la musica. Ad esempio, si può agire su determinati circuiti elettrici dei computer per aumentarne le prestazioni – come accade nell’overclocking dei processori -, oppure per eliminare delle limitazioni nel funzionamento di determinati componenti hardware o software.

Certo, un hacker non ammetterà mai, o lo farà a denti stretti, che anche queste sono operazioni di hacking. Però, in senso largo, possono essere considerate tali.

Molto spesso il lavoro degli hacker viene sfruttato anche per aumentare la sicurezza informatica “dell’utente medio”. Scoprendo falle di sicurezza nei programmi o nei sistemi informatici, infatti, rendono di riflesso disponibili informazioni su come “mettere una pezza” a quella stessa falla.

Casi del genere accadono quasi quotidianamente, e uno degli ultimi ha visto coinvolta Skype, costretta a correre ai ripari dopo che degli hacker russi avevano trovato un modo per resettare le password degli account.